Editoriale Scienza inizia le pubblicazioni nel 1993: sono quasi 30 anni! Da circa 10 anni io non me ne occupo più, sono in pensione, e se ne occupa con successo mia sorella Sabina.
Tutto ha inizio con l’incontro di diverse realtà che operano a Trieste all’inizio degli anni 90. In quel periodo è diffusa un’attenzione particolare per la scienza: riviste, musei di tipo nuovo, scienza alla radio, master in comunicazione della scienza, insomma un periodo favorevole…
Questo è l’artefice di Trieste Città della scienza: Paolo Budinich. Un uomo di grande tenacia e di grandi passioni. Lo vediamo con Abdus Salam, premio Nobel per la fisica, col progetto del futuro Centro internazionale di Fisica teorica, che forma, al massimo livello, fisici del cosiddetto Terzo Mondo. Siamo nel 1964. Ma alla presenza di Budinich si devono anche la SISSA, l’Area Science Park, il Sincrotrone, l’ICGBEB, Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie… la Trieste scientifica. Un visionario.
Nel 1985 a Parigi al museo Beabourg viene inaugurata la mostra Trouver Trieste. La scienza triestina viene grandemente rappresentata. Budinich trova il modo per dare una sede alla mostra che si chiamerà Immaginario Scientifico. La fiera di Trieste ne è stata la prima sede e, nella sala conferenze, si tengono, sempre animate da Paolo Budinich, conferenze scientifiche di alto livello.
E qui avviene l’incontro. L’idea è di “editare”, trascrivere queste conferenze in quadernetti: sono il primo nucleo di quella che sarà poi Editoriale Scienza, I Quaderni del laboratorio.
Nel frattempo lavoravo, dopo un po’ di tempo nella scuola, nella tipografia di famiglia, diretta da mio fratello Gianni. La vita per le tipografie non è facile ma Gianni aveva trovato un suo mercato: stampava per editori per ragazzi. Ci viene così l’idea di provare a creare una casa editrice di scienza per bambini e ragazzi. Per me è stato un partire sul velluto, perché moltissimi editori erano già conosciuti. All’epoca niente internet, ma vere e proprie relazioni…
Così nel 1992 mi metto all’opera con un grandissimo entusiasmo e passione.
Viaggi in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti: vedere cataloghi analoghi al nostro progetto, i musei, le esperienze estere per capire se il progetto poteva funzionare anche in Italia.
Mi appassiono ai musei di nuova generazione come l’Exploratorium di San Francisco, voluto da Frank Oppenheimer, il fratello del fisico Robert del Progetto Manatthan della bomba atomica. Mentre insegnava all’università, Frank aveva sviluppato una “libreria di esperimenti” che ha permesso ai suoi studenti di esplorare i fenomeni scientifici al proprio ritmo, seguendo la propria curiosità. Allarmato dalla mancanza di comprensione da parte del pubblico della scienza e della tecnologia, Frank ha utilizzato questo modello per creare l’Exploratorium, credendo che i visitatori potessero conoscere i fenomeni naturali e anche acquisire fiducia nella loro capacità di comprendere il mondo. Questa è stata un’idea rivoluzionaria per un nuovo museo della scienza nel 1969, quando è stato aperto l’Exploratorium.
Sono musei cosiddetti “hands-on”, le mani sulla scienza, che presentano degli exhibit interattivi, dove il visitatore non solo guarda le bacheche, o i diorama, ma agisce, sperimenta, si mette alla prova…
E il libro qui ha un’altra funzione, non è solo il libro di testo: ma sullo stesso argomento se ne trovano tanti, diversi i modi di esporre, il ragazzo/bambino lavora su un progetto e consulta e confronta i vari libri…
Mi si è aperto un mondo, certo che si poteva, anzi si doveva fare anche da noi… E non a caso i “visitatori” di questi musei erano in gran parte bambini e ragazzi…